IMPROVVISAZIONE E JAZZ
Una nota tu, una battuta io.
Quando due forme d’arte si incontrano non possono fare altro che sfiorarsi, toccarsi e influenzarsi.
È ciò che accade quando assistete ad uno spettacolo di Impro-Jazz, ovvero quando musica e teatro si incontrano nel segno dell’improvvisazione.
In genere la prima parola è donna: si parte dalla musica. Triste, felice, non importa che melodia ne uscirà. Ciò che conta è invece la trama che verrà a crearsi a partire proprio da quelle note che influenzeranno un plot teatrale come sempre inaspettato. Non c’è spazio per il giudizio: ognuno fa quello che gli va, con rispetto e sensibilità.
L’accostamento tra impro e jazz non è per nulla casuale: il jazz, proprio come il teatro, ha un origine umile: nasce dagli schiavi afroamericani che cantavano canzoni di lavoro nelle piantagioni o mentre costruivano ferrovie e strade.
Fare musica jazz, così come improvvisare, significa «seguire un impulso liberatorio, cogliere appieno una dimensione energeticamente centrifuga che non sai dove porterà». Nel libro ‘Il profumo del jazz: memoria e avventura nell’improvvisazione’ Arrigo Cappelletti definisce proprio con queste parole ciò che un improvvisatore jazz prova quando suona, evidenziando come fare jazz significhi «liberarsi di ogni costrizione e schema di partenza». Sul palco tutto è concesso.
A Piacenza da un po’ di tempo ci dedichiamo a realizzare ‘Free’. Tre musicisti jazz e tre improvvisatori salgono sul palco dando vita ad uno spettacolo imprevedibile. Da entrambe le parti ci deve essere sensibilità e parsimonia in ciò che si fa, per stuzzicare nell’altro una nota o una battuta improvvisata, senza imposizione. Superato il ghiaccio iniziale tutto inizia a scorrere: si creano storie intrecciate che lo spettatore porta con sé fino alla fine della performance.
Free è libertà di pensiero e di emozione. Free è un ritorno alla musica libera degli anni ‘70 quando i fischi del pubblico ad un concerto erano per ciò che si conosceva, non per l’inesplorato. Free è ascolto reciproco, è uscire dalla gabbia delle certezze, è stimolo alla curiosità.
Free è rallentare dal flusso dannatamente veloce della quotidianità dove lo spazio per l’ascolto è ridotto al minimo. Con Free la mente si apre e il cuore si accende.
“Signori e signore, questo è FREE”!
di Giulia Donnarumma
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